Considerata da molti attualmente una delle migliori ballerine di danza classica al mondo, unisce ad una superba padronanza tecnica una raffinata delicatezza e partecipazione emotiva nell'espressione dei movimenti sempre eleganti. A dieci anni entra alla Scuola Coreografica di Kiev dove ha come insegnante Valerja Sulegina. Nel 1995, dopo aver terminato i sei anni di corso alla Scuola di Kiev, vince il secondo premio al Concorso Internazionale per giovani ballerini di San Pietroburgo. Viene ammessa alla prestigiosa Accademia di Ballo Vaganova di San Pietroburgo e iscritta direttamente all'ultimo corso avendo come insegnante Elena Evteeva. Nel giugno 1996 si diploma dall'Accademia di Ballo Vaganova ed entra a far parte del Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Nel 1997 a soli 18 anni viene promossa prima ballerina nella compagnia del Teatro Mariinskij dove lavora con Ol'ga Moiseeva, figura determinante nella sua evoluzione artistica. Dal 1997 al 2003, per il Balletto del Teatro Mariinskij, Svetlana Zakharova danza la maggior parte dei ruoli principali del repertorio della compagnia, spaziando dai balletti classici ottocenteschi ai lavori moderni dell'ultimo Novecento. Nel 1999 riceve il premio Golden Mask come migliore interpretazione femminile per Serenade di George Balanchine e nel 2000 per la sua interpretazione di Aurora ne La bella addormentata. Dal 1999 è Étoile ospite delle maggiori compagnie di danza del mondo, tra le quali il l'American Ballet Theatre, il Ballet de l'Opéra de Paris, il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, l'English National Ballet, il New York City Ballet, il New National Theatre Ballet di Tokyo. Nell'ottobre 2003 è prima ballerina del Balletto del Teatro Bol'šoj di Mosca. Dal 6 giugno 2005 Svetlana Zakharova è Artista Emerito di Russia. Nel 2006 riceve il Premio di Stato di Russia. Due anni dopo, nel 2008, diviene Artista Popolare di Russia e viene eletta alla Duma di Stato della Federazione Russa nelle file del partito Russia Unita. E' membro del comitato statale per la cultura della Duma.
Alla prossima, Sofia